Muoiono due cacciatori e sui social volano insulti
“I benpensanti che odiano il mondo venatorio sono i vegani 4.0. Il rispetto per la vita umana non deve mai mancare”

Un fine settimana tragico per il mondo venatorio, con due persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere o recuperare un cervo. Di fronte agli ormai inevitabili commenti social, spesso con insulti per i cacciatori, che accompagnano queste notizie, interviene oggi la vicepresidente della Provincia di Belluno Silvia Calligaro
Articolo – Un fine settimana tragico per il mondo venatorio, con due persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere o recuperare un cervo. Di fronte agli ormai inevitabili commenti social che accompagnano queste notizie, interviene oggi la Provincia di Belluno. “Dobbiamo avere il senso del rispetto per la vita umana” afferma infatti la vicepresidente Silvia Calligaro.
Tra venerdì e domenica le notizie di cronaca hanno riportato la morte di due uomini nel territorio provinciale, in contesti diversi ma entrambi con un coinvolgimento di animali selvatici. Il primo episodio è accaduto venerdì 17 ottobre a Selva di Cadore, dove un uomo di 86 anni è ruzzolato su un prato ripido inoltrandosi tra la vegetazione per cercare un cervo ferito (qui la notizia). Il secondo invece risale al pomeriggio di ieri, domenica 19, durante una battuta di caccia: siamo a Borgo Valbelluna e a perdere la vita è stato il 75enne Edoardo Val, anche lui precipitato ma stavolta mentre calava un cervo ucciso lungo un pendio roccioso (qui l’incidente).
Fatti non nuovi in questo settore in realtà, ma ormai, purtroppo, sempre più accompagnati da commenti che potremmo definire di vero e proprio festeggiamento se a perdere la vita sono i cacciatori. Così, in occasione dell’inaugurazione dei nuovi uffici provinciali di caccia e pesca, Calligaro (che ha la delega al settore) si è lasciata andare a un’osservazione non priva di un certo tono amareggiato e polemico. “Due cacciatori – sottolinea – hanno perso la vita in questi giorni, il primo non censito come tale e il secondo invece registrato. Queste morti hanno però portato con sé commenti non solo poco eleganti, ma direi poco dignitosi. Si possono infatti amare o meno la caccia e la pesca, ma dobbiamo avere sempre il senso del rispetto per la vita umana: leggere che è giusto che un cacciatore faccia quella fine perché ha ucciso un cervo lo trovo ignobile”.
Calligaro non manca di citare quelli che, a suo dire, sono gli autori di questi commenti. “Se posso dirlo – prosegue – di solito i benpensanti che odiano il mondo venatorio e usano insulti che io non userei nemmeno per una bestia sono i vegani 4.0, che però a casa hanno un gatto o un cane che mangiano carne. Perciò, a quel vegano ambientalista animalista che si è permesso di insultare una persona senza pensare che a casa ha dei familiari, cosa che spesso succede anche ai politici, dico che dovrebbe per coerenza allevare anche un cagnolino vegano, anche se dubito ci riuscirebbe”.
“Da circa un anno sono entrata in questo mondo – conclude – nel quale ho trovato grande passione e senso del dovere, da parte di chi fa il proprio lavoro non perché deve ma perché lo sente. E nonostante conoscessi molto poco di tutto ciò, sono stata presa per mano e aiutata a comprendere un mondo non mio. Perciò posso dire di aver trovato più eleganza nel mondo venatorio che in altri contesti: dal primo giorno ho sempre ribadito di essere pro-caccia, ma ora ripeto che sono soprattutto pro-persone per bene e che, in qualunque modo la si pensi, il rispetto non deve mancare”.

