Il Tiro

10/03/2023Nuove regole, al tiro a volo solo col fucile smontato e nel fodero. Inizia ad essere recepito quanto disposto nel Testo unico della pubblica sicurezza “Incomprensibile, un altro attacco alle armi, al tiro a volo e alla caccia” https://www.italcaccia.net/archives/11057

Tutti noi sappiamo che alcune discipline hanno un fascino incredibile, perché sono il frutto di una lunga tradizione e di tanta storia. Si parla di sport che, in un modo o nell’altro, rappresentano anche un vero e proprio vanto nazionale all’estero, fatto di molteplici successi e di grandi traguardi raggiunti.

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Un accenno alla storia e ai passati successi – La nascita del tiro a volo risale addirittura all’800, e la sua storia è abbastanza inconsueta: ai tempi, infatti, gli americani iniziarono ad usare le palle di vetro degli alberi di natale come bersagli, da colpire con la massima precisione. Le palle in questione venivano sparate in aria da un macchinario che venne subito ribattezzato “Balltraps”. Agli inizi del ‘900 questa competizione esordì ai Giochi Olimpici, dopo la sostituzione delle palle di vetro con i piattelli discoidali in argilla. Infine, nel 1927 nacque in Italia la FITAV, ovvero la federazione italiana del tiro a volo. A livello di Olimpiadi e di storia, non potremmo non citare la vittoria ottenuta da Galliano Rossini nel 1956 (la prima tricolore in assoluto) a Melbourne, e la collezione di medaglie di Giovanni Pellielo (tre argenti e un bronzo). Altri nomi molto noti nel medagliere italiano sono Alessandro Ciceri, Luciano Giovannetti (che detiene il record di ori), Jessica Rossi e Chiara Cainero. Si chiude con le varie discipline del tiro a volo: una lista che include la fossa olimpica (trap), il double trap e lo skeet.

CARATTERISTICHE:

Il bersaglio, detto piattello, ha un diametro di 11 centimetri, un’altezza fino a 2,5 centimetri e un peso di 105 grammi, tolleranza +/- 5 grammi. Nelle discipline olimpiche viene usato sempre il piattello di colore arancio, sia in gara che in allenamento, anche se esistono di diversi colori (verde, giallo, bianco, rosa, nero e rosso). Questo parte da una macchina, detta appunto lanciapiattelli, a una velocità di circa 140 km/h nella fossa olimpica, varia dai 100 ai 120 km/h nella fossa universale e parte invece a 110 km/h nello skeet. Nelle varie discipline vi sono diversi schemi di modalità di lancio dei piattelli, dove vengono indicate le angolazioni dell’altezza e della direzione: -nello skeet ce n’è uno solo -nel double trap 3 (A,B,C) -nella fossa olimpica 9. I fucili che vengono utilizzati sono di calibro 12, nonostante si possa sparare anche con il calibro 20. Il fucile ha un peso che va dai 3,5 kg ai 4,2 kg e varia a seconda della corporatura del tiratore. La lunghezza delle canne solitamente va dai 72 ai 76 cm. Si utilizzano poi cartucce da 24 g e 28 g (peso del piombo contenuto nella cartuccia). Nelle gare ufficiali non sono consentite quelle da 28 g.

Il tiro a volo si suddivideva in due categorie, il tiro al piccione e il tiro al piattello: oggi esiste solo il tiro al piattello, in quanto il tiro al piccione è vietato ed è stato sostituito dal tiro all’elica.

La tradizione italiana al giorno d’oggi – Non solo passato, ma anche presente, perché la tradizione italiana continua a distinguersi anche oggi. Il tutto grazie anche ad aziende specializzate come Beretta.

Fossa olimpica (trap)

La fossa Olimpica (in inglese trap) è la principale specialità (fece la sua apparizione ai Giochi Olimpici fin dalla seconda edizione di Parigi 1900, sia pure come sport facoltativo).

Consiste essenzialmente nel dover colpire un piattello lanciato dal basso verso l’alto davanti al tiratore, con traiettoria sconosciuta e due colpi a disposizione.

Di conseguenza stabilire una classifica di gara è molto semplice: vince chi, su un certo numero di piattelli lanciati, ne colpisce di più, ovvero ne sbaglia di meno.

La fossa olimpica si chiama così perché le regole[3] che descrivono le caratteristiche dell’area di gara prevedono di fronte ad una pedana rettilinea di lunghezza 20 metri un canale dritto, chiamato appunto “fossa”, profonda abbastanza da poter nascondere alla vista del tiratore le 15 macchine da lancio previste. La Fossa è lunga quanto la pedana ed è disposta a 15 metri dalle postazioni di tiro, mentre le macchine da lancio sono divise in 5 gruppi di 3, dei quali ciascuno posizionato esattamente davanti ad ognuna delle postazioni; Il fatto che ciascun gruppo sia formato da tre macchine determina che esistano tre possibili punti di uscita, impedendo la mira preventiva al tiratore.

Le postazioni sono spartite lungo la pedana in modo che tra loro siano equidistanti, tenendo conto che la prima corrisponde con l’inizio della pedana e la quinta coincide con la fine, per cui ognuna dista cinque metri dalle altre.

Per evitare che si creino situazioni di vantaggio o svantaggio dovute alla postazione, è previsto che ogni tiratore cambi postazione più volte durante la gara tra le 5 disponibili sulla pedana.

Skeet

La seconda specialità del tiro a volo, lo skeet , ha regole[3] meno sintetiche:

Per ogni piattello si ha a disposizione un solo colpo, inoltre la distanza dalla linea di tiro è inferiore (4,57 metri contro i 15);

Infine le postazioni di tiro sono 8 (ma se ne usano 9 in quanto dopo la settima postazione si ripete la quarta) e non sono allineate, bensì distribuite su una pedana a semicerchio: infatti le macchine da lancio non sono poste davanti al tiratore, ma lateralmente, a destra e a sinistra della pedana circolare.

Anche nello skeet, come nel trap, il tiratore deve spostarsi su più postazioni di tiro durante la gara.

Questa specialità ebbe il suo battesimo sportivo alle Olimpiadi di Città del Messico 1968.

Double Trap

A fine anni ottanta risale la prima comparsa in ambito internazionale dell’attuale terza specialità olimpica: il double trap :

Il double trap ha questo nome e si differenzia dal trap perché vengono lanciati due piattelli per volta. In sostanza, si hanno a disposizione due colpi invece che uno, come nello Skeet, ma non vengono utilizzati per colpire un solo piattello, bensì due, lanciati insieme.

Ufficializzato come specialità olimpica nel dicembre 1991, dall’edizione del centenario (Atlanta 1996) le gare di tiro a volo sono passate così a sei, in seguito però, a partire dalle Olimpiadi di Atene 2004 la categoria double trap al femminile è stata soppressa, per cui le gare olimpiche sono diventate cinque.

Il 21 febbraio 2017 il comitato esecutivo della Federazione Internazionale degli Sport di Tiro (Issf) a Nuova Delhi ha approvato il documento prodotto dal comitato che ha sancito l’uscita dal programma dei Giochi del Double Trap Individuale. Di Conseguenza dalle Olimpiadi di Tokyo 2020 non ci sarà più questa specialità sostituita invece dal Mixed Team di Fossa Olimpica.

Elenco specialità olimpiche

  • fossa olimpica (trap) maschile
  • fossa olimpica (trap) femminile
  • skeet maschile
  • skeet femminile
  • mixed team di fossa olimpica