Viterbo: Pale eoliche, si oppongono anche i cacciatori

”Proporremo agli Atc una adesione concreta alla battaglia contro questa invasione”

Articolo – I cacciatori si mobilitano contro le pale eoliche nella Tuscia. Dopo gli ambientalisti del Grig, ora solo le federazioni Provinciali di Arci Caccia, Italcaccia, Anuu, a opporsi al progetto.

”Sulla stampa di questi giorni – dicono – si rinnovano notizie di prossimi insediamenti di pale eoliche, che prefigurano di triplicare per numero e dimensioni quelle già esistenti. Senza dimenticare che la provincia di Viterbo ospita già impianti di fotovoltaico su aree agricole in una proporzione di primato nazionale se non europeo.

Nel frattempo anche la moratoria disposta dalla Regione è decaduta con una pronuncia della Corte Costituzionale. Tutto lecito quindi, tutto sottoposto a più autorizzazioni e permessi ma la sostanza rimane di una provincia che è destinata ad essere stravolta da questi interventi.

E minacciata irrimediabilmente – proseguono le federazioni provinciali – nelle sue prospettive più interessanti di sviluppo : turismo ed agroalimentare.

Difficile non collegare poi l’altra circostanza resa nota e cioè che i redditi da lavoro sono tra i più bassi d’Italia , segno di una criticità e di una debolezza socio-economica dell’intero Alto Lazio. Una debolezza che la politica non sembra adeguata a comprendere e soprattutto a contrastare”.

 Arci Caccia, Italcaccia, Anuu sottolineano che si tratta di ”una realtà fragile, facilmente aggredibile, con sforzi relativamente meno onerosi rispetto ad altre aree più solide e strutturate, da parte degli interessi in gioco, che spesso guardano più agli aspetti finanziari delle operazioni che a quelli più immediatamente produttivi ed ambientali”.

”Non si tratta di opporsi alle rinnovabili, tanto più nell’attuale contesto di crisi ed attacco all’autonomia energetica – proseguono i cacciatori – Si tratta di rivendicare un impegno equilibrato, che coinvolga negli obiettivi necessari tutto il territorio, che non si concentri solo su un’area, facendone scempio.

Come una componente fortemente legata al territorio ed alle sue risorse ambientali, faunistiche e agrosilvopastorali, non possiamo che unirci alle preoccupazioni che esprimono tanti cittadini e diverse associazioni.

Per tentare di opporsi quindi è necessario moltiplicare gli sforzi, unire il più possibile tutti i soggetti a vario titolo chiamati in causa in un fronte unitario e coeso.

In questo senso – annunciano – proporremo formalmente alle assemblee degli Atc, che hanno tra i primi scopi costitutivi anche la tutela ambientale e dove sono rappresentate tutte le categorie interessate, una adesione concreta nelle forme più utili e possibili alla battaglia contro questa invasione, che pregiudica una realistica e razionale pianificazione faunistico/venatoria, dovuta ai sensi di legge”.

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