“Caccia da capanno da tutelare”, le associazioni venatorie lanciano un appello al ministro

Il mondo venatorio, in particolare, chiede meno rigidità e più rispetto sulla questione degli anellini

Di Redazione BsNews.it – Le associazioni venatorie bresciane scendono in campo – per una volta compatte – per fermare la campagna che sarebbe in atto da parte “di alcuni organismi” contro la caccia alla migratoria, soprattutto da capanno fisso.

Nei giorni scorsi, infatti, i cacciatori hanno inviato una lettera “alle autorità lombarde di ogni ordine e grado” per sottolineare come gli appostamenti in capanno siano “parte delle tradizioni locali” e per criticare i controlli troppo rigidi sulla questione degli anellini (costati recentemente una denuncia anche al consigliere regionale di Fdi Bravo).

Il mondo venatorio, in particolare, cita la Vigilanza venatoria e i Carabinieri forestali della Soarda, corpo nato contrastare il bracconaggio, che però “con l’andar del tempo pare essersi mutato in ‘Caccia al cacciatore’ che, come è noto, bracconiere non è”. In particolare i cacciatori riferiscono di iscritti fatti oggetto di “perquisizioni domiciliari e persino personali con motivazioni diverse fra cui presunte flagranze di reato” e richiamano il rispetto dei “limiti tutelati dalla Costituzione”

“Le associazioni venatorie vogliono tutelare in tutte le sedi la dignità ed il rispetto dei propri iscritti – conclude il testo diffuso – ritengono per tanto di portare la materia relativa a tali controlli all’attenzione delle forze politiche ed in particolare dei Ministri competenti in materia, ciò al fine di dare e garantire continuità alla forma di caccia da appostamento peraltro consentita dalla Legge quadro sulla caccia n. 157/92”.

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