Fauna selvatica: «Sette interventi urgenti per contrastarne la crescita. Vera e propria emergenza»

L’assessore regionale Fabio Rolfi alla Conferenza degli assessori regionali all’Agricoltura: «Chiediamo interventi nazionali da anni: passare dalle parole ai fatti»

Sette interventi urgenti per contrastare la crescita incontrollata della fauna selvatica, in particolare degli ungulati: è la richiesta della Conferenza degli assessori regionali all’Agricoltura – con la Lombardia rappresentata da Fabio Rolfi – a colloquio con i ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli.

Una vera e propria emergenza che provoca ingenti danni all’agricoltura, l’incremento dell’incidentalità stradale e rischi di carattere igienico-sanitario legati alla propagazione di epizoozie, come la peste suina africana, che possono mettere a repentaglio l’intero comparto zootecnico.

«Gli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica in Lombardia – ha ricordato Rolfi – sono passati da 1.220 nel 2020 a 1.371 nel 2021. I danni all’agricoltura sono ormai incalcolabili, sia in pianura che in montagna. Chiediamo interventi nazionali da anni: o si capisce che l’agricoltura è in forte sofferenza oppure vedremo danni sempre maggiori a uno dei comparti di riferimento del Made in Italy».

«Abbiamo chiesto modifiche puntuali e immediate a una legge che risale al 1992, – ha poi aggiunto l’assessore lombardo – introducendo la figura del coadiutore e misure di estensione e semplificazione, non assoggettando per esempio i piani di controllo del cinghiale al parere tecnico di Ispra. È necessario, poi, prevedere la possibilità di attuare il prelievo nelle sue diverse forme anche nelle zone protette e intervenire a livello assicurativo, con adeguata copertura o istituendo un fondo nazionale per danni da fauna selvatica».

«La legge Delrio – ha sottolineato Rolfi – ha portato allo svuotamento dei contingenti delle Polizie provinciali. Serve intervenire in maniera strutturata per rafforzarli e inserire nuovamente tra le funzioni fondamentali le attività di vigilanza ittico-venatoria e ambientale, in modo da permettere alle Province di ricostituire i relativi corpi di polizia per le funzioni in questione. Abbiamo chiesto anche di trasferire integralmente alle Regioni che sopportano gli oneri della gestione della fauna selvatica tutti i proventi che attualmente vengono introitati dallo Stato per l’attività venatoria esercitata sul territorio prevedendo che le risorse siano vincolate alla gestione faunistico-venatoria. In ultima istanza non sono più rinviabili un decreto per indennizzi al 100% dei danni provocati da fauna protetta e la riattivazione del comitato tecnico faunistico nazionale».

«In Lombardia – ha concluso l’assessore – abbiamo già adottato tutte le misure possibili a livello regionale, ma è chiara la necessità di un intervento statale, anche perché la fauna selvatica è di proprietà dello Stato. Le proposte ci sono e sono condivise da tutte le regioni. Ora però bisogna passare dalle parole ai fatti». Artic.