Colpì e uccise un gallo cedrone con le racchette da sci…

Sciatore assolto dalla giudice Carla Scheidle. L’animale aveva attaccato l’uomo e suo figlio durante il periodo della riproduzione L’episodio risale alla primavera scorsa ed avvenne sulle piste di Monte Pana in val Gardena. Annullato il decreto penale di condanna della Procura.

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Si è trovato a fare i conti con l’aggressività di un gallo cedrone mentre sciava, assieme al figlio, sulle piste di Monte Pana nella zona di Santa Cristina in val Gardena. Per aver difeso se stesso ed il figlio utilizzando le racchette da sci che stava impugnando, il turista (originario di Pieve Tesino in provincia di Trento) si è trovato a dover affrontare un processo con l’accusa di maltrattamento di animale.

Il procedimento era stato radicato, davanti alla giudice delle indagini preliminari Carla Scheidle dopo che la Procura della Repubblica aveva disposto la condanna dell’imputato – con decreto penale – solo ad una sanzione di carattere pecuniario, cioè a 2500 euro di multa. L’impugnazione del decreto penale davanti al giudice ha portato però al ribaltamento del verdetto. La giudice Scheidle ha infatti riconoscendo che l’imputato (Christian Gecele di 51 anni domiciliato a Pieve Tesino) avrebbe agito per legittima difesa.

La Procura aveva invece sostenuto che la condotta dell’imputato fosse chiara e soprattutto che l’uomo avesse inferto una serie di ferite all’animale senza una particolare necessità. La giudice Carla Scheidle ha però respinto in toto l’impostazione del pubblico ministero giungendo ad una sentenza di piena assoluzione sulla base anche di quanto documentato da un filmato girato con il telefono cellulare dal quale risultava che il gallo cedrone aveva attaccato in maniera pesante e pericolosa il figlio dell’imputato impegnato in una discesa con gli sci.

L’episodio avvenne il 6 aprile dello scorso anno vicino alla chiesetta sulla pista da sci a Santa Cristina in val Gardena. A Christian Gecele venne contestato di aver agito con crudeltà nei confronti dell’animale che venne notato allontanarsi dalla zona ferito e sanguinante. Le guardie forestali segnalarono la vicenda alla Procura sostenendo che probabilmente l’animale fosse stato ferito mortalmente in quanto non fu più notato nella stessa zona.

Nel corso del procedimento è stato anche ricordato che episodi di questa natura non sono rari ad ogni primavera. Proprio nel periodo della riproduzione, infatti, si registrano casi di galli cedroni che attaccano gli escursionisti, scambiandoli per rivali sessuali.

Secondo gli esperti il gallo cedrone, a seguito di una sorta di tempesta ormonale, impazzisce, perché individua nell’uomo un consimile, e lo affronta come un rivale sessuale. Ogni anno ci sono casi di urogalli che manifestano questa forma di pazzia. Questo comportamento anomalo, secondo gli studiosi, risale a un errato imprinting nei primi giorni di vita. Il pulcino non memorizza le forme del maschio adulto, che ha un piumaggio diverso dalla femmina, perché non trascorre del tempo con lui. Al contrario, incontra spesso l’uomo, imparando erroneamente a riconoscerlo come suo consimile. Se durante la stagione degli amori lo aggredisce, credendolo un rivale, in altri periodi, gli si avvicina amichevolmente.

Gli esperti ritengono che questi comportamenti rappresentino un pericolo per la specie che potrebbe addirittura rischiare l’estinzione. Resta il fatto che o sciatore trentino, e suo figlio, si sono trovati nella condizione poco piacevole di doversi difendere dalla determinazione dell’animale di allontanarli considerandoli dei potenziali rivali in amore.

Il filmato proiettato nel corso dell’udienza ha dimostrato che l’imputato fu costretto ad intervenire a difesa del figlio quindicenne che si sarebbe trovato a terra in difficoltà a ripararsi dai colpi di becco dell’uccello . Di qui la decisione della giudice Carla Scheidle di annullare il decreto penale di condanna emesso direttamente dalla Procura mandando assolto l’imputato per aver agito per legittima difesa.

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