Barletta, «Illegalità diffusa sul fiume Ofanto»

 di GIUSEPPE DIMICCOLI

Stato dell’arte dell’Ofanto: gli agenti ittici – faunistici – ambientali – zoofili coordinamento interprovinciale di Bari e Barletta-Andria-Trani del nucleo di vigilanza «italcaccia – italpesca» lanciano l’allarme.

Il coordinatore del Nucleo, professor Giuseppe Cava, in una missiva indirizzata alle autorità regionali e provinciali afferma che: «Il nucleo, che da diversi lustri è impegnato nell’opera di tutela del patrimonio faunistico-ambientale nell’ambito territoriale della provincia di Bat, da qualche anno svolge mirate azioni di ricerca, controllo e tutela del pregevole territorio ofantino, – in particolare per la tutela della Lontra (“lutra lutra” – mammifero della famiglia dei mustelidi particolarmente prezioso e tutelato da normative europee, nazionali e locali ed all’apice della catena alimentare fluviale), selvatico presente nella parte terminale del fiume, come da noi già documentato attraverso la realizzazione di diverse videoriprese.

Tanto premesso ed in considerazione dell’attuale situazione insistente in tali luoghi, messi a dura prova a causa delle molteplici azioni illegali ed incompatibili con il sistema ecologico fluviale, denuncia che durante le nostre costanti azioni di ricerca e monitoraggio della Lontra è stato possibile accertare la presenza di diverse decine di motopompe azionate da agricoltori (legittimi e illegittimi), i quali prelevano acqua dal fiume per irrigare i numerosi vigneti, in gran parte abusivi, presenti nell’area golenare fluviale».

Cava, precisa, che: «Tale area ricade nella “zona 1” (area a maggior tutela del Parco Naturale Regionale del fiume Ofanto). I massicci ed incontrollati prelievi in atto, sommati all’aumento dei periodi di calura e siccità determinati anche dai cambiamenti climatici nonché dai numerosi incendi dolosi della vegetazione ripariale, stanno determinando il totale prosciugamento della portata del fiume, con il conseguente rischio di morte per le numerose e preziose specie di vegetali e animali insistenti in tale area (classificata zona SIC).

«Durante le centinaia di nostre azioni svolte lungo il fiume negli ultimi tre anni, non abbiamo mai avuto il piacere di incontrare operatori di vigilanza istituzionali (questo, purtroppo, ci induce a pensare che non vi è alcun tipo di sorveglianza specifica disposta dagli organi pubblici deputati) precisando che le guardie particolari giurate ittiche e venatorie volontarie, che nel passato, attraverso le loro azioni di prevenzione e repressione diretta degli illeciti ambientali hanno comunque consentito di mantenere un livello minimo di tutela e sorveglianza, a causa “dell’inerzia amministrativa” determinata dal competente settore della regione Puglia (che rasenta l’illegalità – per omissione di atti di ufficio), a causa dei non rinnovi dei titoli di polizia dovuti alle guardie volontarie già in servizio, i quali sono scaduti da oltre tre anni, ha causato l’inoperosità dei volontari, aprendo la strada od ogni tipo di illegalità in tutta l’area», ha continuato.

La conclusione: «Lungo il corso d’acqua risultano in aumento: l’abbandono indiscriminato di rifiuti di ogni genere (in particolare di contenitori in plastica), l’aumento del bracconaggio e della pesca abusiva, l’aumento degli appezzamenti occupati abusivamente in area golenare. Pertanto fortemente preoccupati per una tale assurda ed inaccettabile situazione, invitiamo gli organi istituzionali destinatari della presente, ciascuno per le proprie competenze, a porre in essere con particolare urgenza ogni utile azione per contrastare efficacemente gli illeciti in atto.
È chiaro che dichiariamo la massima disponibilità alla collaborazione».

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