Caccia con i Falchi d’alto volo alle Pernici

Da Federico Lavanche

E’ una caccia classica, molto praticata dai falconieri anglosassoni (alla Pernice di Scozia, Lagopus lagopus “Red Grouse”). In Italia è molto rara, a causa della rarità delle pernici in territori idonei nel nostro paese. Le pernici italiane sono la Pernice rossa (Alectoris rufa), la Coturnice (Alectoris greca) la Pernice sarda (Alectoris barbara) e la Pernice Chukar, specie alloctona introdotta dai cacciatori (Alectoris chukar). Il falco più consigliato è sicuramente, ancora una volta, il Falco pellegrino, sia maschio che femmina, con leggera predilezione per il primo; il terzuolo è infatti più veloce e agile e ben proporzionato alla dimensione delle pernici italiane. Altri falchi utilizzabili sono: maschio e femmina di Lanario, maschio di Sacro e ibridi maschi gyr/pellegrino (meno performanti ma comunque idonei a questa caccia sono anche i maschi di gyr/lanario e gyr/sacro).

I livelli di difficoltà sono molto alti, sia a causa della sinergia richiesta tra cane/falco/falconiere sia a causa della sempre maggiore rarità delle pernici sia a causa della difficoltà di cattura presentata da queste prede, che hanno un volo molto veloce. I risultati ottenibili però possono essere notevoli e le soddisfazioni enormi!

I falchi per questo tipo di caccia devono essere in grado di prendere quota molto velocemente, arrivare ad almeno 150 metri di altezza e mantenere questa quota in volo d’attesa. Preparare un falco a questa performance richiede tempo ed impegno da parte del falconiere. Spesso il consumo di carburante è elevato per raggiungere le zone più adatte. A questi costi si aggiunga il costo della selvaggina sia per l’addestramento sia di quella catturata durante la caccia; infine si consideri che il cane è necessario e ciò richiede ulteriore tempo per il suo addestramento e gestione, spazio e impegno.

FOTO-2-halcon-peregrino-con-perdiz-roja-1 Caccia con i Falchi d’alto volo alle Pernici

Le pernici vivono in zone aperte, rocciose ed accidentate, prediligendo praterie aride e assolate. La Coturnice è distribuita sull’arco alpino tra i 1000 e i 2300 metri di altitudine, su parte dell’Appennino centrale e meridionale e in Sicilia.

L’inizio della stagione venatoria, tra Settembre e Ottobre rappresentano i momenti più adatti per questo tipo di caccia. L’alba è invece il momento del giorno più adatto.

I cani sono assolutamente necessari per stanare le Pernici, senza il loro ausilio non si potrebbe praticare questa caccia. Si usano cani da ferma adatti a territori aperti: il Pointer è sicuramente la scelta migliore, ma altre alternative sono rappresentate dal Setter irlandese, inglese e scozzese e dal Breton, per citare i principali.

L’addestramento avviene nel modo classico: partendo da un giovane, gli si dà il solito addestramento di base (richiamo al pugno, logoro, fischietto), introducendolo pian piano alla preda di interesse; non è difficile oggi reperire pernici e coturnici di allevamento per l’introduzione del falco. Molta attenzione deve essere data all’altezza di volo che il falco deve raggiungere durante la caccia, alla centratura e velocità di ascesa. In questo senso può essere utile utilizzare l’aquilone o il pallone aerostatico per un breve periodo durante l’addestramento.

L’esperienza del falco gioca un ruolo fondamentale; i giovani falliranno molte prede prima di apprendere la tecnica di caccia più adatta. Da questo punto di vista il falconiere può accelerare l’esperienza del rapace usando prede di rilascio facilmente acquistabili presso gli appositi allevamenti.

Si tratta di una caccia classica: il falco una volta liberato prende quota e si porta all’altezza idonea, così da avere un buon “cono della morte” sotto di sé (150-200 metri di altezza), da cui inizia il volo di attesa centrato sul falconiere, il quale, con l’ausilio di uno o più cani da caccia cerca la preda; quando il cane è in ferma il falconiere si assicura che il falco sia ben centrato e nella posizione corretta in funzione della prevista direzione verso cui volerà la preda (a favore di vento), quindi viene dato l’ordine al cane di rompere la ferma e involare la preda; a questo punto il falco si lancia in una picchiata con successiva stoccata o aggancio in volo della preda. Se la preda riesce ad evitare l’attacco o a essere troppo veloce o se il falco non era centrato, la picchiata termina in un lungo inseguimento diretto che può comunque portare alla cattura.

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