Caccia sui valichi: approvato un emendamento alla Camera

IMG-20250601-WA0016-1160x560-1-1024x494 Caccia sui valichi: approvato un emendamento alla Camera

Articolo – È arrivata oggi, giovedì 3 luglio, con l’approvazione di un emendamento al DDL Montagna alla Camera, la risposta attesa dal mondo venatorio: viene superato il divieto di caccia sui valichi montani individuati dopo il 31/12/2023, imposto dalla recente sentenza del TAR Lombardia.

“Si tratta di una soluzione ponte fondamentale per garantire l’avvio della prossima stagione venatoria”, dichiara Michele Schiavi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, promotore, insieme al collega Zamperini, di una mozione che chiedeva a Regione Lombardia di farsi parte attiva nella revisione della normativa nazionale. Schiavi ricorda che alla richiesta di intervento si erano unite tutte le 23 Comunità Montane della Lombardia, con un documento firmato all’unanimità dai rispettivi presidenti.

“La sentenza del TAR, totalmente scollegata da basi scientifiche, rischiava di danneggiare in modo irreversibile il mondo venatorio lombardo, il concetto stesso di gestione del territorio e una parte significativa del nostro tessuto socioeconomico. Grazie a questo primo intervento è possibile dare una risposta concreta a migliaia di cacciatori in tempo utile per l’avvio della prossima stagione venatoria: la questione dei valichi montani è stata affrontata con urgenza oggi, ma dovrà essere definitivamente superata con la riforma organica della Legge 157/1992, già avviata al Senato, applicando le forme di tutela già previste dalla normativa europea, che non prevedono divieti oggi anacronistici, e stabilendo criteri scientifici oggettivi per l’individuazione di tali zone.” continua Schiavi.

“Il DDL Montagna, di cui attendiamo l’approvazione alla Camera nei prossimi giorni, dovrà poi tornare al Senato per l’ok definitivo: confido nell’impegno di tutte le parti per giungere ad una approvazione rapida, in modo da rendere questa modifica operativa in tempo utile per la prossima stagione venatoria” continua Schiavi.

Ringrazio sinceramente il Ministro Lollobrigida, il Sottosegretario La Pietra e l’Assessore Beduschi per la grande serietà e l’impegno dimostrati nel dare risposte rapide e concrete alle esigenze del territorio e del mondo rurale e venatorio. I cacciatori, cittadini in regola non solo in termini di fedina penale ma anche con gli adempimenti economici non indifferenti connessi alla loro attività, hanno diritto ad avere delle certezze” conclude Schiavi.

“Con l’inserimento dell’articolo 14-bis nel Disegno di legge Montagna, viene finalmente riconosciuta la specificità dei valichi montani attraversati dalle rotte migratorie dell’avifauna e l’esigenza di una loro gestione coordinata, rispettosa dell’ambiente ma anche delle attività tradizionali e della sicurezza del territorio – dichiarano in una nota congiunta il deputato della Lega Francesco Bruzzone e il consigliere regionale lombardo Floriano Massardi, presidente della Commissione ‘Agricoltura, montagna e foreste’ di Regione Lombardia”.

L’emendamento approvato in Aula alla Camera, fortemente voluto dal gruppo della Lega, prevede che sui valichi montani, siti ad almeno 1.000 metri di quota, con caratteristiche orografiche particolari – dove si concentrano i flussi migratori e i passaggi di fauna selvatica – la caccia potrà continuare a essere svolta, nei limiti e alle condizioni previste per le ZPS (Zone di Protezione Speciale) che verranno istituite tramite decreto ministeriale, in accordo con le Regioni.

“Si tratta – spiegano Massardi e Bruzzone – di un provvedimento equilibrato che coniuga la protezione ambientale con il riconoscimento delle competenze territoriali e delle esigenze delle comunità locali. Grazie al lavoro silenzioso ma concreto della Lega, per la prossima stagione venatoria, in attesa dell’adozione del decreto ministeriale, il numero dei valichi torna a 23 (anziché 475) come nella stagione 2023/24. Un plauso al lavoro svolto anche con il supporto dei migliori legali costituzionalisti e un particolare ringraziamento al Ministro Roberto Calderoli per la determinazione, la competenza e l’impegno costante nel portare avanti con coraggio e visione questo percorso: un segnale forte di attenzione verso le terre alte, dove tutela ambientale e presidio umano devono procedere insieme”.

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