Al termine della stagione venatoria si conferma un andamento costante nel numero di incidenti
Comunicato stampa pubblicato il giorno 31/01/2025
Le associazioni venatorie riconosciute Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia, e il CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura, riunite insieme nella Cabina di Regia del mondo venatorio, prendono atto dei dati divulgati dall’Università degli Studi di Urbino nella Relazione sulla rilevazione delle vittime dell’attività venatoria 2024-2025.
Articolo – Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, nel 2024 il numero di decessi per attività venatoria, filtrato degli episodi legati a malori, cadute, atti intenzionali o illeciti, è stato di 14, di cui 8 causati da altri cacciatori; 5 dovuti a colpi partiti della propria arma (spesso causati da cadute) e uno provocato da animali. Il numero di feriti nel 2024 è stato di 34, in calo di 19 unità rispetto al 2023, quando si erano registrati 53 feriti.
Delle vittime registrate, una è risultata estranea alla caccia, mentre fra i non cacciatori ci sono stati 9 feriti.
Questo emerge dall’analisi dell’Università di Urbino nell’ambito di uno studio sugli incidenti che si verificano durante la pratica delle attività outdoor. Durante la stagione venatoria 2024-2025 (periodo che va dal 1° settembre 2024 al 30 gennaio 2025) gli incidenti sono stati 62, un numero maggiore rispetto ai 54 della stagione precedente, ma identico a due stagioni fa e inferiore alla stagione 2021-2022, confermando quindi un trend costante.
Le vittime strettamente legate all’attività venatoria sono state 14, anche in questo caso con un andamento stabile se si esclude la scorsa stagione, quando il numero era stato eccezionalmente basso (5 vittime). Diminuite, passando da 13 nella stagione 2022-2023 a 5 in quella appena conclusa. Anche in questo caso i dati non comprendono eventi causati da malori, cadute, atti intenzionali o episodi di bracconaggio, trattandosi di cause che non hanno a che fare con la pratica venatoria o con l’uso legale delle armi.
Lo studio è stato esteso anche ad altre attività outdoor, per le quali è stato calcolato il tasso di incidentalità, come nel caso dell’escursionismo (119 morti e 305 feriti nel 2024, per lo più dovuti a cadute in dirupi e burroni), la balneazione (87 morti e 13 feriti escludendo i malori), gli sport invernali (13 morti e 60 feriti), l’alpinismo/arrampicata (5 vittime) e le attività subacquee (30 vittime).